Donne senza Censura
...un teatro, per una sera tornato ad essere spazio di verità. Ecco c’è chi passa il tempo a mostrare teatro, chi si affanna coraggiosamente a farlo, poi qualcuno ci ricorda che non c’è modo di mostrare o fare, se ci si dimentica di essere.
Simone Nebbia- Teatro e Critica
Va detto subito, è uno spettacolo da non perdere. La partenza è scoppiettante. Patrizia Schiavo, autrice del testo, regista e protagonista è miracolosa nel tratteggiare la figura di artista di teatro consumata che si dibatte tra ricordi e illusioni giovanili, fra programmi di lavoro rincorsi invano, speranze affettive e sessuali irrimediabilmente perdute (...) quello che stupisce, attrae, rende lo spettacolo unico e piacevolmente recepibile è la capacità comunicativa di Patrizia Schiavo. (...) Uno spettacolo intelligente, da consigliare ma soprattutto da rivedere e da gustare.
Reven - Riflettori su
...Perché la bellezza, non tanto quella della forma, richiede una particolare cura per essere tutelata.
E l’intensità della vocazione all’autenticità della Schiavo ci porta alla suggestione di ripensare ad Annarella, la Benemerita Soubrette di Giovanni Lindo Ferreti dei CCCP.
Perché è proprio da un disagio che un’artista coglie l’urgenza della propria ricerca. E la Schiavo da sempre sceglie di fare un teatro “necessario”, propedeutico al raggiungimento di una consapevolezza e quindi di una metamorfosi. (...) gli efficaci interventi a specchio delle due alter ego Silvia Grassi e Sarah Nicolucci che, al di fuori di ogni vittimismo o moralismo, si espongono senza censura oltre quel velatino di scena, che contribuisce a creare la magia di renderle improvvise visualizzazioni dei pensieri. Epifanie della mente di Patrizia Schiavo, alias Letizia Servo.
Sonia Remoli - E' ora teatro
Nella sua recitazione Patrizia Schiavo non si risparmia: vive svisceratamente questa miriade di sfaccettature con profondità sia nella parte più leggera (...) sia in quella più densa in cui ha sfoderato tutta la sua passionalità con una rara partecipazione
Ettore Farrattini - Broadway World
“Donne senza censura” è un grido di rabbia contro il perbenismo e le ipocrisie, coinvolge il pubblico facendolo ridere e commuovere, ironizzando su torti, delusioni e umiliazioni, additando i carnefici, ma senza mai senza sentirsi vittime.
Valeria Lupidi - Artits and Band
Di Patrizia Schiavo ci siamo occupati parecchio durante un periodo che l’ha vista autrice, regista e attrice
molto attiva in Svizzera con la C.N.T.(Compagnia Nuovo Teatro)...tornata in scena a Lugano con un generoso, sincero, "emblematico" portfolio... l’attrice, con grande bravura e intensità, si rimette in gioco con onestà e generosità teatrale.
Giorgio Thoeni - Azione CH
Patrizia Schiavo, spogliata di ogni orpello multimediale, ha sentito la necessità di mettersi in gioco personalmente, in un'analisi metateatrale sul mestiere che diventa, come lo è stato per molti drammaturghi e attori, un modo per provocare la riflessione sull'uomo e in particolare sulla svilita e svilente contemporaneità...Tra immaginazione, eclettismo verbale, materiali autobiografici, Patrizia Schiavo divaga su materia e spirito, raggiungendo intenso spessore quando...si presenta anima denudata alla ricerca di autenticità...commozione compartecipativa del pubblico...caldo tributo di applausi.
Manuela Camponovo- Giornale del Popolo CH
...siamo di fronte a un capolavoro spietato, duro, cattivo....non possiamo non sottolineare lo straordinario ‘timbro’ di questa attrice meravigliosa, la sua capacità di essere tante donne diverse, l’intensità recitativa e la profondità d’impostazione di una voce - e di un’anima - che è quella di un’autentica ‘gigantessa’ del panorama artistico e culturale capitolino. Un ambiente che ritrova, dopo il suo lungo decennio di ‘esilio’ personale in Svizzera, una magnifica attrice e una donna immensa.
Vittorio Lussana- Fringe Festival di Roma 2014
...Uno spettacolo di protesta, di rivendicazioni. Amaro, sentito, irriverente. Una pièce dai toni duri, più duri nel buio. Patrizia Schiavo con il suo “Donne senza censura” abbatte il muro del silenzio, delle ipocrisie e del perbenismo di una società che ci vuole solo a determinate condizioni.
Attraverso le parole di Letizia Servo, scrittrice di successo a cui delega la sua voce di donna e di artista, si racconta con fare provocatorio il profilo di una donna, come tante arrabbiata, delusa, disillusa, che grida il suo bisogno di ascolto dall’angolo più remoto della sua intimità, che ha sete di cose giuste, pulite.
Chiara di Pietro- Saltinaria-
Patrizia Schiavo ha fegato, non ha filtri, non ha nulla da perdere perché ha se stessa, il proprio percorso, le proprie scelte, i propri riscatti. Attrice intensa e fortemente evocativa, espande le sue emozioni e contagia il pubblico. Lo fa ridere, lo fa commuovere, lo punzecchia anche, senza mai lasciarlo indifferente. Assieme alle due bravissime colleghe mette in scena uno spettacolo sul ruolo della donna nel teatro e sul difficile cammino per la sua autoaffermazione. Spe-acolo assolutamente da vedere sia per il tema trattato che per la straordinaria performance.
Simone Romano - Gufetto Magazine
...è teatro dell’essere, dell’esistenza femminile nella società. È arte con la A maiuscola, nell’interpretazione di un’attrice che diviene divinità grazie al proprio timbro diaframmatico eccezionale e inconfondibile: una ‘voce-donna’ che snocciola ‘parole-femmina’, nell’avvenuta maturazione di se stessa. L’universo femminile è il vero contesto di fondo di questo spettacolo, che descrive senza censure il tortuoso cammino evolutivo di un’artista attraverso l’aiuto di due alter ego, ben interpretate da Silvia Grassi e Flavia Pinti, brave a fornire tesi e antitesi, positività e negatività, di quei processi psicologici che configurano e completano l’equilibrio interiore di una donna.
Vittorio Lussana - Periodico italiano magazine