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FAI LA COSA GIUSTA

28 settembre ore 18.00

fai la cosa giusta

FAI LA COSA GIUSTA ...e se vuoi vincere devi fare il contrario

 

Benvenuti a “Fai la cosa giusta”, il programma che vi insegna come sbagliare nel modo più applaudito possibile. Il format che premia la coerenza… nel delirio. Un varietà costruito sull’idiozia contemporanea e confezionato con il cellophane del buon senso da supermercato, che vi guiderà verso ciò che è giusto fare. Giusto secondo chi? Beh…La coscienza non è inclusa nel budget. Un varietà etico-morale, dove tra quiz a eliminazione della logica, rubriche educative alla rovescia, ogni certezza vacilla e ogni “buon senso” si trasforma in parodia. Nel quiz, le domande sembrano semplici, ma le risposte giuste sono quelle più irresponsabili. Non vince chi sa, vince chi sa vendersi. Il tallone di Achille diventa un reality confessionale dove il dolore personale fa share, e la vulnerabilità si monetizza a colpi di sponsor, come nelle rubriche “Casi umani e “Momento verità”. L’editoriale? E’ tempo di revisionare la Storia. Negare l’esistenza dei nazisti fa parte della nuova narrazione. Il male è relativo, la memoria è facoltativa, sognare è sbagliato, persino Dio cerca una morale più instagrammabile. Se aspetti il principe, sei sessista. Se ti fai aiutare, sei un problema. Insomma, parità per tutti. Ma fai da sola. “Fai la cosa giusta” è uno specchio deformante del nostro tempo, un varietà satirico, tragicomico che mette in scena il nostro mondo capovolto, dove la retorica del bene nasconde la pornografia dell’assurdo, e l’unica cosa giusta da fare… è spegnere la TV, ma siamo a teatro e allora, prendete posto, sintonizzate la coscienza. E ricordate: chi fa la cosa giusta davvero… perde.

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Un graffio lacerante, impietoso, insolente.
Così si può definire lo spettacolo di Patrizia Schiavo andato in scena per l’ultima replica.
Un graffio inferto con le unghie della satira, dello sberleffo, della derisione, della caricatura
più spietata (....)  Reven - Riflettori su LEGGI LA RECENSIONE

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SONTR3S - CONCERTO DI MUSICA CUBANA

3 ottobre ore 21.00

Venerdì 3 ottobre, a Teatrocittà, si presenterà il trio di musica cubana tradizionale SON TR3S. Sarà il primo concerto debutto di questa nuova formazione, che riunisce tre musicisti che vantano una lunga esperienza nel campo della musica di radice cubana.
SON TR3S attinge al repertorio classico di musicisti, cantanti e complessi che hanno fatto la storia del son cubano, il bolero, la rumba, la guajira, ecc, come il trio Matamoros, Benny Moré, Los compadres ed Eliades Ochoa.
Enzo Valls (voce e chitarra), Carmine Pagano (trombone e cori) e Salvatore Summa (percussione).

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BAGAGLI EMOTIVI

18  e 19 ottobre ore 18.00

Un aeroporto in cui tutti i voli sono in ritardo. Inizialmente sembrano esserci avverse condizioni climatiche, poi si interrompe ogni servizio. I passeggeri siedono, camminano, tornano a sedersi su comode poltrone sospese nel nulla. Si incontrano, si scontrano, cercano di impiegare un tempo illusorio che non scorre, si allunga, si perde.
Intanto, dagli altoparlanti, la voce cambia. Non annuncia più solo ritardi e annullamenti, ma pensieri che sembrano rivolti direttamente a chi ascolta: scelte non fatte, direzioni smarrite, valigie piene di cose che non servono più. Ogni messaggio è insieme rassicurante e disturbante, come qualcosa che abbiamo sempre saputo, ma dimenticato di ascoltare. Ciò che dovrebbe informare, disorienta. Ciò che rassicura, inquieta.
Qualcosa si muove, ma non fuori. Dentro. Le uscite si chiudono, le destinazioni si confondono. Un volo soltanto resta in programma. L’ultimo. Nessuno sa dove porterà.
Non c’è una destinazione chiara, ma solo una promessa velata:
“Qualcuno si ritroverà a casa, altri in un posto che non sapevano di cercare. Il tempo di sbarco è fluido. Uscite solo  quando siete pronti a non tornare uguali.” I passeggeri, sospesi tra incredulità e resa, salgono a bordo.

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bagagli emotici

Non c’è alternativa. L’aereo decolla in un cielo più mentale che atmosferico. Le istruzioni di sicurezza sono suggerimenti per l’anima: “Allacciate le cinture del vostro inconscio”, “In caso di perdita dissenso, indossate la maschera dell’ironia”, “Se il velivolo dovesse attraversare una turbolenza emotiva, mantenete la calma e osservate il paesaggio”. Un viaggio interiore. Un attraversamento poetico e paradossale nei corridoi dell’identità, del dubbio, della trasformazione. La realtà si deforma, il tempo si fa liquido, e ogni spettatore — come ogni passeggero — è invitato a chiedersi cosa sta aspettando, ese il vero arrivo non sia, in fondo, un punto dentro di sé. Grazie per aver volato con… voi stessi. Ora siete liberi di lasciare il teatro.

O forse no.

LA VITA NASCOSTA - Wort-Ton-Drama

dedicato a Silvia Pasello 

8 Novembre ore 19.30

la vita nascosta

con Daniele Fedeli e Andrea Stazi

habitat Federica Libretti e Daniele Fedeli

secondo frammento del ciclo performativo “Purificazioni” ideato da Daniele Fedeli e Silvia Pasello

azione teatrale di Iuzō T

in collaborazione con Germinale Teatro Darìo Vittori di Montecelio

Purificazioni. La vita nascosta si prefigge di essere uno sprofondamento all’interno del corpo di isolamento, dentro l’universo dell’auto
recluso, nella sua “stanzetta” come scrive Hölderlin, per osservare in ascolto, cosa vi accade.

Pensata come una specie di Wort-Ton-Drama wagneriano per voce, percussioni, synth e flauto,
questa azione performativa-teatrale pone il solitario auto recluso come in attesa di qualcosa che arrivi dall’alto o dall’abisso di sé, in tensione verso un’ideale di bellezza che desidera conquistare e di cui egli si fa portavoce davanti al mondo. È una tensione umana, interiore: aspirare ad una bellezza impalpabile e indicibile.
Come varcare la soglia di un luogo segreto? In un puro silenzio? Come assistere e prendere
parte alle visioni e al desiderio di bellezza del folle solitario?
Sono domande, queste, a cui ogni spettatore, invitato ad entrare nel suo intimo luogo, forse
potrà rispondere.

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AUTlook

22 novembre ore 20.30  -  23 novembre ore 17.00

Lo spunto:

"Papà..."

"Ti ascolto."

"Un mio compagno a volte si comporta un po' da matto."

"Anche tu, Tommaso. Anch'io..."

"Ma lui dà di matto in classe, davanti a tutti."

"Spiegati meglio."

"Boh, ogni tanto si alza di scatto, si agita e fa le vocine

da cartone animato!"

"Mh. E quindi?"

"Niente. Poi si calma. È quello autistico."

"È tuo amico? Voglio dire, ci parli? Ci giochi?"

"Poco. Passa molto tempo a leggere, per i fatti suoi."

"Meglio che stare sul cellulare, direi."

"È un testina (molto intelligente, ndr.), sa un sacco di cose."

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AUTLOOK

AUTlook è uno sguardo all'autismo che cerca lo sguardo dell'autismo. Di storie come quella che raccontiamo ce ne sono tante, tante quante sono le variabili di funzionamento di una persona con disturbo dello spettro autistico. Questa è una, ed è una storia vera. Il racconto di un figlio e di una madre che ci parla di paure e insicurezze ma anche di coraggio e determinazione, di sconfitte e frustrazioni ma anche di fiducia, determinazione e conquiste. Una storia che ci permette di conoscere questa neurodivergenza e ci offre gli strumenti per rivalutare il significato di parole come diversità e normalità. Su quest'ultima possiamo mettere il sigillo della certezza: è un concetto statistico. Sull'altra possiamo ancora lavorare. (E. S.)

LA FAVOLA NERA DEL BOIA IN TUTU'

14 e 15 febbraio 2026

FAVOLA NERA
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In scena il Boia e l’Attore. Due universi lontani con uno stesso marchio sociale. A manovrare i fili di queste marionette c’è il Demiurgo, un Dio/Mefisto ambiguo, un regista lunatico, che crea i primi attori sulla terra. Tre guitti che parlano in rima e agiscono in coro.

Boia è una ragazza che lavora come carnefice ma sogna il palco! Un giorno sotto la sua lama capita Natalia Topova, un’artista di strada che la convince a scappare: ne farà una diva! Finiranno a fare giocoleria vegana. Ma Boia sogna ancora di uccidere. Una favola nera che unisce il pianto e il riso, la morte e la vita

Veneto Today

"Un'esperienza teatrale unica.(...)Una comicità dissacrante e politically scorretta, esplora il tema della tragedia degli emarginati e l’impossibilità di realizzare i propri sogni.

Con una narrazione che alterna momenti di ilarità e di intensa drammaticità, “La favola nera del boia in tutù” si conferma come un’opera teatrale che affronta temi complessi, utilizzando il teatro come mezzo di riflessione e di intrattenimento dissacrante".

Gabriele Mattiussi

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Quarta Parete

Nello spettacolo rimato, gli attori raccontano la fiaba tragica con ironia pungente e col sorriso sulle labbra, forse l’unico antidoto per riuscire a mantenere una sorta di sanità mentale. Il tutù del Boia ridicolizza la morte, i volti clowneschi sono come, proposto da Starobinski, il “re derisorio”, colui che mette a nudo la condizione dell’uomo contemporaneo, una figura disperatamente comica.

Edoardo Vezzi

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