(S)OGGETTI SMARRITI
GIUGNO 2025

Un aeroporto in cui tutti i voli sono in ritardo. Inizialmente sembrano esserci avverse condizioni climatiche, poi si interrompe ogni servizio. I passeggeri siedono, camminano, tornano a sedersi su comode poltrone sospese nel nulla. Si incontrano, si scontrano, cercano di impiegare un tempo illusorio che non scorre, si allunga, si perde.
Intanto, dagli altoparlanti, la voce cambia. Non annuncia più solo ritardi e annullamenti, ma pensieri che sembrano rivolti direttamente a chi ascolta: scelte non fatte, direzioni smarrite, valigie piene di cose che non servono più. Ogni messaggio è insieme rassicurante e disturbante, come qualcosa che abbiamo sempre saputo, ma dimenticato di ascoltare. Ciò che dovrebbe informare, disorienta. Ciò che rassicura, inquieta.
Qualcosa si muove, ma non fuori. Dentro. Le uscite si chiudono, le destinazioni si confondono. Un volo soltanto resta in programma. L’ultimo. Nessuno sa dove porterà.
Non c’è una destinazione chiara, ma solo una promessa velata:
“Qualcuno si ritroverà a casa, altri in un posto che non sapevano di cercare. Il tempo di sbarco è fluido. Uscite solo quando siete pronti a non tornare uguali.” I passeggeri, sospesi tra incredulità e resa, salgono a bordo.
Non c’è alternativa. L’aereo decolla in un cielo più mentale che atmosferico. Le istruzioni di sicurezza sono suggerimenti per l’anima: “Allacciate le cinture del vostro inconscio”, “In caso di perdita dissenso, indossate la maschera dell’ironia”, “Se il velivolo dovesse attraversare una turbolenza emotiva, mantenete la calma e osservate il paesaggio”. Un viaggio interiore. Un attraversamento poetico e paradossale nei corridoi dell’identità, del dubbio, della trasformazione. La realtà si deforma, il tempo si fa liquido, e ogni spettatore — come ogni passeggero — è invitato a chiedersi cosa sta aspettando, ese il vero arrivo non sia, in fondo, un punto dentro di sé. Grazie per aver volato con… voi stessi. Ora siete liberi di lasciare il teatro.
O forse no.
MEZZO MONDO
GIUGNO 2024

Individui disturbati, mancanti, ambigui, rifiutati per diverse ragioni dalla società, si muovono nel microcosmo malato di una sorta di ostello, convento, presidio psichiatrico, rievocando traumi passati e risvegliando i propri sogni infranti.
Un girotondo manicomiale, una ballata di anime perse, in cui le vite di uomini e donne si intrecciano le une con le altre in un gioco di confessioni, rimpianti e ossessioni, dai toni ora drammatici, ora comici e grotteschi.
A prendersi cura di loro ci sono suore senza vocazione e inservienti più disturbati dei pazienti. Non c’è distinzione tra il giorno e la notte, né tra un cortile all’aria aperta e una piccola stanza scura, perché spazio e tempo hanno perso il loro valore: ormai i diversi, gli irregolari, i matti vivono ogni giorno nella propria testa, giocando a palla con il loro stesso cervello.




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UN SACCO D'AMORE
liberamente tratto da "Io con te ho chiuso" di Mark Ravenhill
GIUGNO 2023







LA BAIA DEI RAGAZZI DISPERSI
con gli allievi del Laboratorio Teatrale di Teatrocittà






STRANALANDIA
con gli allievi del Laboratorio Teatrale del Liceo Darwin
Festival del Laboratorio Teatrale nelle Scuole - Teatro Golden
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“In fondo viviamo nelle stesse città, nelle stesse case…” A parlare sono gli insetti, la categoria più numerosa e più varia di tutto il pianeta. Scarafaggi, api, zanzare, farfalle e ragni, che in un ironico alternarsi di situazioni umanizzate, esprimono il loro pensiero sulla vita, sulla società e soprattutto sugli uomini, “...troppo occupati da altri nobili, altissimi progetti per guardare la varietà meravigliosa che brulica ai loro piedi e vola sopra la loro testa...”. Gli insetti, rivendicano il diritto ad una vita più sana e dignitosa, in un pianeta reso ormai tossico e pericoloso dal comportamento degli uomini. Lo spettacolo propone in modo ironico e grottesco una rivolta nei confronti della razza umana, colpevole di distruggere il pianeta perché inquina con gas, pesticidi e veleni vari, uccidendo insieme alla natura, uomini e animali.







LA CORTE E' NUDA
con gli allievi del Laboratorio Teatrale della Scuola Svizzera di Roma
condotto da Patrizia Schiavo
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IL LABORATORIO PERMANENTE DI TEATROCITTA'
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DELIRIO
(a due o a quanti se ne vuole)
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RATATOUILLE
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Percorso di lavoro sul monologo diretto da Patrizia Schiavo
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TERAPIA D'URTO
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